Test SCARPA in compagnia di Marco De Gasperi

Se sei un runner e, soprattutto, sei appassionato di corsa in montagna, non puoi perderti il prossimo appuntamento targato Sportway.

Sabato 12 giugno, a partire dalle ore 10.00, presso il punto vendita Sportway di Gravellona Toce, avrai la possibilità di testare i nuovi modelli delle calzature del marchio Scarpa e correre con il grande atleta Marco De Gasperi.

I partecipanti all’evento riceveranno uno sconto dedicato sulle calzature trail-running di Scarpa.

Ti aspettiamo!

Scarpe trail Hoka One One: Speedgoat 4 vs Mafate Speed 3

Luca, tecnico del reparto calzature di Sportway a Gravellona Toce, mette a confronto due modelli di scarpe trail del marchio Hoka One One: le Speedgoat 4 e le MafateSpeed 3.

Speedgoat 4

Vediamo le caratteristiche di una delle scarpe più morbide presenti sul mercato:

  • 306 gr. di peso e 4 mm. di drop che consente un’ottima spinta in salita ed un ottimo controllo in discesa.
  • Tomaia traspirante e leggera,  con rinforzi in TPU sul lato della tomaia.
  • Linguetta molto sottile, ma che si adatta bene al dorso del piede, anche per il fatto di essere cucita all’interno.
  • Intersuola in EVA. veramente morbida, forse una delle scarpe più morbide sul mercato.
  • Suola in vibram, megagrip, tassello non troppo pronunciato ma comunque con un’ottima trazione ed un’ottima tenuta.
  • La sua grande morbidezza – sembra davvero di correre con due cuscini ai piedi – la rende veramente una scarpa adatta sia per le diverse distanze (dalle corse più brevi di 10-20 Km. alle ultra trail) che per i diversi terreni (dalla montagna fino alla pianura sterrata)

Mafate Speed 3

La scarpa che ti riduce la pronazione:

  • 316 gr. e 4 mm. di drop
  • Tomaia rivista, alleggerita: gli inserti stampati in 3D danno più robustezza e proteggono il piede all’interno della scarpa. 
  • Massima traspirabilità.
  • Linguetta sottile cucita all’interno.
  • Intersuola in EVA a 2 densità: una più morbida a contatto con il piede ed una più dura in rebound vicino alla suola. La parte in rebound nella zona mediale della scarpa la rende più reattiva rispetto alla Speedgoat 4, favorisce un supporto dell’arco plantare e diminuisce la pronazione, che è comune a molti runners con l’aumentare dei chilometri.
  • Suola in Vibram, mega grip, quindi massima tenuta, con un profilo del tassello più alto rispetto alla Speedgoat  4. Tenuta davvero eccezionale anche in condizioni di terreno morbido e fangoso.

Grazie alla maggior reattività, si presenta come una scarpa con prestazioni migliori, per certi versi, rispetto alla Speedgoat 4 e la maggior durezza dell’intersuola fa sì che si deformi meno e che sia più stabile in determinate condizioni: terreno smosso, sassi, radici.

E’ una scarpa che si apprezza molto in alta montagna , quindi adatta sia a lunghe distanze ma anche a gare brevi, come possono essere le skyrace.

E concludiamo con 2 modelli alleggeriti: la Mafate Evo 2 (292 grammi) e la Speedgoat Evo (281 grammi).

Caratteristiche identiche per quanto riguarda suola ed intersuola, ma la tomaia in matrix è molto più leggera. Tomaia antigraffio, anti strappo e leggermente idro repellente con una calzata molto più morbida.

Trailrun spettacolare, al cospetto del Monviso

30 agosto 2020
Tempo complessivo: 4h
Distanza: 20km
Dislivello: +1400m

Non potevo farmi scappare uno tra i primi Trail post-COVID, il Tour Monviso Trail, ai piedi della montagna della Paramount (ok è una leggenda…), con una distanza impegnativa (per me) ma non troppo.
E sono stato ripagato con una giornata stupenda quanto inaspettata, un trail ben organizzato (non chiedetemi il risultato, non corro per vincere…) e soprattutto dei panorami spettacolari aiutati da giochi di luce tra sole e nuvole.
Mi sono fatto accompagnare da un paio di calze a compressione MICO OXI JET, che sono state utili alla causa.

Neve e sole, sudore e roccia


Partenza da Crissolo, nel cuneese. Il fiume di montagna che attraversa il paese è il Po, qui ancora in versione torrente. Arrivo alle 7:15 per il ritiro pettorali e c’è il diluvio. Nubi basse e grigie. Morale basso.
Alle 8 il miracolo: il cielo si apre, lasciando solo qualche cumulo nero verso le montagne. Neve sui picchi, nemmeno troppo alti. Partenza rimandata alle 9 e corsa accorciata causa neve! Una parte del percorso esposta a Nord sarebbe stata scivolosa e difficile da raggiungere per i soccorsi, quindi percorso ridotto e +400m di dislivello in meno.
Con il mio pettorale 44 parto tra i primi. 302 partenti in totale, scaglionati a 10 secondi di distanza.


Dal primo metro la corsa sale, e sale, praticamente senza sosta fino ai 2650 m del Colle di Viso.
Tutta questa parte di sentiero è parte del GTA , Grande Traversata delle Alpi, un sentiero leggendario di più di 1000 Km. che dal mare delle Alpi Liguri arriva all’estremo Nord del Piemonte.

Essendo partito tra i primi, ed essendo tra i più lenti, mi sorpassano (quasi) tutti. Il che mi induce a correre/camminare un po’ più forte del mio passo standard. Questo significa che, benché la distanza e il dislivello non siano estremi, la fatica per arrivare in cima è tanta e, quindi, benvenuto taglio causa neve!
Prima parte del percorso a fondo valle, sulle rive del torrente Po: aria tersa e trasparente, colori da fine estate, bel sentiero single track in vari punto molto fangoso.

Scorci spettacolari già da subito, con la chiesetta di San Giovanni Battista, a Pian della Regina, illuminata dal sole e lo sfondo di montagne incoronate da nubi nere minacciose stile Mordor.
E girando una china finalmente vediamo in tutta la sua grandezza il Monviso. Una montagna vera, grande e minacciosa, che pretende rispetto nel suo guardarti dall’alto in basso. Il primo scorcio del Monviso vale il trail e tutta la fatica.


La temperatura scende parecchio e folate di vento gelato si infilano nelle ossa stanche. Ma salendo il paesaggio non delude mai.

Tra laghetti azzuri e verdi (Lago Chiaretto il più spettacolare), su sentieri e sassi, salendo diretti verso la Rocca Trunè lungo il sentiero V13, arriviamo in 2:30 al Rifugio Quintino Sella, che domina dai suoi 2640m tutta la pianura Padana. Un’apertura inaspettata che dà ossigeno.


Le mie MICO OXI JET sono comode e fanno il loro lavoro. Con il loro verde fluo sono un po’ difficili da abbinare ma non siamo a una sfilata. Devo dire che hanno contribuito a farmi sentire i polpacci meno distrutti durante e post gara. Anche se comunque è difficile fare un paragone diretto con e senza calze a compressione.
Dal Quintino Sella quindi parte la discesa, sul sentiero V09 che, a parte il primo pezzo tecnico su pietre scivolose, presenta vari pezzi corribili a perdifiato. Peccato per qualche problema al ginocchio, che mi ha costretto a ridurre l’andatura e soffrire un po’.


Arrivo a Crissolo con temperatura quasi estiva e la classica sete inestinguibile post Trail.

Grande avventura da ripetere


Spero che le foto diano un’idea degli scenari che abbiamo attraversato. Aiutati da una giornata fredda e ventosa ma limpida e soleggiata, mi sono goduto un trail ben organizzato (era impossibile sbagliare un bivio visto il numero di volontari sul percorso), accessibile come distanze, in zone per me nuove, che ritornerò ad esplorare sicuramente.

Hai voglia di dare un’occhiata anche alle mie altre avventure?

Alla conquista del Pizzo Bianco

Macugnaga, giro degli alpeggi

Traversata dal Lago Maggiore alla Valsesia


Indirizzi utili:

Tour Monviso Trail
Crissolo e lo sci
GTA

Leggi anche: MACUGNAGA: GIRO DEGLI ALPEGGI CON LE NUOVE NEW BALANCE HIERRO V5

Macugnaga: giro degli alpeggi con le nuove New Balance Hierro V5

17 agosto 2020

Tempo complessivo: 2h

Distanza: 8km

Dislivello: +700m

Quante volte capita di camminare su un sentiero “appena fatto”? Questo è ciò che il CAI Macugnaga ha reso possibile ripristinando il vecchio sentiero che sale verso l’Alpe Fluh dal Centro Sportivo. Un sentiero ripido che sale tortuoso in mezzo ad una pineta e che porta in breve tempo fuori dagli alberi e di fronte al Sig. Rosa in persona, con la sua maestosa presenza.

Giornata giusta anche per provare le nuove New Balance Fresh Foam Hierro V5, avendo incontrato terra, fango, sassi (scivolosi), saliscendi ed ostacoli di tutti i tipi.

Nell’insieme un giro molto interessante, che regala quel gusto dell’esplorazione, panoramico, tecnico, faticoso ma con tratti anche in costa quasi corribili.    

Frustiamo le NB su un percorso tosto

Il percorso è sempre ben indicato ed è difficile perdere la strada. Dal centro Sportivo si prende il sentiero verso Pecetto e chiare indicazioni indicano sulla destra l’inizio del sentiero verso l’Alpe Fluh.

Salendo ci siamo goduti il terriccio morbido del sentiero appena ricreato. Le nostre New Balance hanno garantito tutto il grip necessario. Il sentiero sale e molto, quindi è meglio non farsi prendere troppo dall’entusiasmo…  (+300m in 2 km)
Usciti dal bosco abbiamo ripreso fiato e fatto qualche foto perché il panorama merita: la parete est del Monte Rosa a destra e le cascate del Tambach a sinistra.

Attenti al sasso su cui viene voglia di salire! (lo vedrete salendo…): dietro c’è uno strapiombo.
Si prosegue a mezzacosta, si attraversa l’alpe Fluh e subito dopo l’Alpe Bill e ci si congiunge con il sentiero principale del TMR (Tour del Monte Rosa) che sale dal paese. Qui non si può sbagliare e si prende a sinistra: una palina vi aiuterà nella scelta.

Buttiamo l’occhio per qualche fungo, visto che si attraversa un bel bosco di conifere, pulito e ordinato come un giardino. Ma senza fortuna: il bosco è ancora troppo secco.
Raggiungiamo l’arrivo della funivia, il tempo peggiora e comincia a piovigginare. Ma noi siamo trail runners e nemmeno ci mettiamo il para acqua.


Salendo, appena dopo il pilone della funivia, parte il sentiero verso l’Alpe Meccia. Un sentiero facile, a mezza costa e non troppo faticoso, in cui abbiamo assaporato un silenzio irreale, appena scalfito dalle nostre scarpe sul terreno. Purtroppo da qui in avanti bassa visibilità quindi niente paesaggi mozzafiato.
In un attimo siamo alla Meccia, dove due coraggiosi stavano bivaccando dopo la notte nel rifugio.

A questo punto occorre fare attenzione al sentiero che gira e sale verso sinistra: tenete le baite sulla destra e fate attenzione alle indicazioni.
Raggiungiamo dopo poco la parte più difficile e tecnica del sentiero: per questo motivo consiglio vivamente di fare l’anello in senso antiorario (Meccia e poi salita verso il Sonioberg) per evitare di fare questo pezzo in discesa.


Qui le mie NB hanno dato il loro meglio: stabili, affidabili anche sui sassi più difficili, con il grande grip che la suola Vibram offre. Godetevi quindi la salita, con la massima attenzione, fino all’ultimo rampino che è veramente ripido (ci sono anche le corde).

All’Alpe Sonioberg il tempo non migliora. Siamo bagnati e, benché sia agosto, la temperatura è intorno ai 10°C. Quindi foto, sorso d’acqua, attenzione al sentiero che sembra non essere segnato all’inizio e giù in picchiata fino al Bill e poi al paese sul TMR.

Le NB ottime anche in discesa. Una discesa ripida, abbastanza tecnica (gradoni e pietre) e mista (sassi bagnati, terra, legno, fango), su cui è necessario avere fiducia nelle scarpe per andare spediti e godersi la velocità.


Una volta in paese ci concediamo un paio di Km in (semi) piano per sgranchire le gambe. E le mie Hierro v5 di New Balance stupiscono per la versatilità garantendo, anche su asfalto ed in piano, una corsa piacevole ed efficace. Chiaramente occorre precisare che si tratta di scarpe morbide e con una pianta ampia, quindi non mettetele per i 100 metri…

Per concludere, sulle NB e sull’uscita.

Grande miglioramento e leggero cambio di stile per queste V5 rispetto alle precedenti edizioni. Sono robuste (ci ho già fatto più di 200Km e la scocca superiore è ancora perfetta), affidabili su tutti i fondi (anche grazie alla suola Vibram), morbide al punto giusto, senza sacrificare troppo la precisione. Per finire sono comode e dal design azzeccato (ok, è una questione personale). Unico lato negativo del grande grip è la relativa velocità con cui la suola si consuma. Ma sono due facce della stessa medaglia.

Sul percorso posso solo ribadire il fascino di correre su un sentiero “nuovo”, in una delle vallate più belle dell’Ossola (e forse d’Italia), tra pinete, faggete cascate e alpeggi, con un panorama stupendo sempre dietro l’angolo.

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Indirizzi utili: Macugnaga – Monterosa

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