Tanti auguri bikini! La sua storia e l’uso nel mondo dello sport
Il 5 luglio del 1946 veniva presentato al mondo il bikini, il “costume più piccolo del mondo”. A lanciare quella che allora (e per molto tempo) fu considerata come una follia era Louis Rénard, un ingeniere automobilistico franco-svizzero reinventatosi stilista dopo aver rilevato il negozio di lingerie della madre.
Non è difficile immaginare come sul finire degli anni 40 l’idea, per le donne, di mostrarsi in pubblico coperte solo da piccoli pezzi di stoffa era al limite del concepibile. Per Rénard stesso non fu facile presentare la sua invenzione tanto che dovette ingaggiare una spogliarellista per le foto di catalogo in quanto tutte le modelle si rifiutarono di farsi immortalare con quel piccolo costume.
Fatto curioso è che il bikini non era una vera novità: dai reperti archeologici di età greco-romana è possibile vedere su vasi, pitture e mosaici la raffigurazione di donne vestite con quello che al giorno d’oggi chiameremmo “costume due pezzi”. Un ricorso storico davvero particolare.
A sdoganare questo capo immorale fu Brigitte Bardot nel 1960 quando, indossandolo nel film “E dio creò la donna”, divenne un’icona di stile e un modello imitato da tutte le donne.
Un’ultima curiosità: sapete da cosa deriva il nome bikini? Rénard si ispirò all’omonimo atollo delle isole Marshall dove in quegli anni gli Stati Uniti stavano conducendo test nucleari. Secondo lo stilista questa invenzione avrebbe avuto effetti dirompenti sul pubblico.
Il bikini oggi e il rapporto con lo sport
Dal 1946 ad oggi le cose sono decisamente cambiate e il bikini è un capo sdoganato e ampiamente utilizzato da milioni di donne. Modelli, tagli, fantasie e colori sono variabili che danno vita a migliaia di combinazioni.
Nello sport, il bikini non si vede spesso indossato dalle atlete, principalmente per un fatto di praticità, dato il grande sforzo richiesto per nuotare.
Esistono comunque costumi a due pezzi pensati per lo sport; presentano solitamente la parte superiore più accollata o a fascia, per contenere il seno e non creare fastidi durante la sessione sportiva. Il retro può avere le bretelline ‘dritte’ o incrociate, in base ai modelli.
Per la parte inferiore esistono slip più o meno sgambati o coulotte. Ciò che accomuna tutti questi modelli sono aderenza al corpo e funzionalità. I costumi devono infatti essere prestanti durante lo sport e non intralciare l’attività.
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