Paolo Ottone, l’uomo delle corse sul Lago Maggiore

Sportway Lago Maggiore Marathon, Lago Maggiore Half Marathon, Monte Rosa Est Himalayan Trail, Ultra trail Lago Maggiore.

Sono tutti eventi running che portano migliaia di persone a correre nel territorio del Verbano Cusio Ossola sul Lago Maggiore.

Ma cosa c’è dietro a tutto questo? E se vi dicessi che tutto è partito da una storia d’amore?

Ne parliamo con Paolo Ottone, presidente di Sport Promotion, l’associazione organizzatrice degli eventi.

L’inizio.

“La mia storia parte da studi che sono lontanissimi dallo sport: ho frequentato la scuola di agraria con il desiderio di diventare guardia forestale”.

Ma la sorte ha in serbo qualcosa di diverso per Paolo. A Macugnaga, in valle Anzasca, dove vive e dove lavora negli impianti sciistici, si imbatte in una bella ragazza di Praga e – detto fatto – parte con lei per la Repubblica Ceca.

Qui, dopo una prima esperienza in un’azienda di import di prodotti italiani, insieme ad un amico decide di dar vita ad una delle poche cose che mancava in quel paese: la prima Maratona di Praga.

La prima Maratona.

“ L’idea è nata nel 1994 – racconta Paolo – e si è concretizzata l’anno successivo, dopo aver avuto modo di collaborare, in veste di volontario, alla Stramilano. Da questa esperienza ho potuto sia imparare tanto sia trovare degli amici che mi hanno dato un grande aiuto per organizzare la gara a Praga”.

Il 5 giugno 1995 Paolo ed il suo socio portano sulle strade 25.000 persone tra la maratona e le altre gare non competitive. Un successo quasi inaspettato che Paolo Ottone seguirà fino al 2007, anno in cui deciderà di rientrare in Italia e dare vita all’associazione Sport Promotion.

Le Olimpiadi.

Nel frattempo però Paolo aveva accresciuto la sua professionalità anche attraverso altre esperienze.

“Nel 2003 ho fatto un’esperienza in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, dirigendo il sito in cui si giocava ad hockey su ghiaccio. E’ stata una parentesi di 3 anni e mezzo che mi ha fatto crescere moltissimo professionalmente, in quanto nessun evento è paragonabile alle Olimpiadi sia da un punto di vista numerico che di risorse economiche investite nell’organizzazione”.

Se a questo si aggiunge: l’esperienza in Australia come responsabile del “team spornsorship” (ovvero la sponsorizzazione fatte alle squadre) per Adidas (1998) e del Comitato Olimpico della Repubblica Ceca, in occasione delle Olimpiadi di Sidney (2000) ed, ancora, a Doha come responsabile del sito olimpico degli “eventi di strada” (marcia, maratona, ciclismo, triathlon),  si comprende come nelle vene di Paolo Ottone scorra il sangue di un vero e proprio manager dello sport.

Il ritorno in Italia.

Una volta rientrato in Italia, Paolo Ottone cerca di portare nel nostro paese l’entusiasmo e l’esperienza che si ero costruito nel corso degli anni all’estero.

Purtroppo, però, si vede costretto a fare i conti con una serie di ostacoli e paletti, causati dalle federazioni, da un mondo dello sport politicizzato ed ancora molto provinciale.

“Non ci si rende conto – dice Ottone – che il territorio del lago Maggiore, ma anche l’intera Italia, non riesce a sfruttare le potenzialità che potrebbe avere grazie al turismo. Per esempio, la Federazione obbliga chi viene dall’estero per correre a portare il certificato medico sportivo, senza tenere conto che questo documento negli altri paesi non esiste e che l’atleta deve appoggiarsi a cliniche private, con relativi costi, per poter certificare quanto richiesto.

Da qui, spesso, la decisione di molti atleti esteri di non venire in Italia a correre ma optare per altri paesi più accessibili.

D’altro canto non dimentichiamoci che, per la legge italiana, qualunque problema di salute possa avere l’iscritto nel corso della gara, vede come responsabile l’organizzatore dell’evento.

Oltre a questo, raccogliamo numeri ancora esigui alle maratone italiane (vedi Roma o Venezia) in quanto i così detti “jogger della domenica”, per poter partecipare, sono costretti a tesserarsi e correre al fianco di chi della corsa ne ha fatto un mestiere o comunque una vocazione.

Bisognerebbe dare la possibilità a tutti di correre la loro mezza o maratona, fosse anche l’unica della vita!

In fianco alle categorie competitive dovrebbero esserci anche gli iscritti non competitivi, che all’estero rappresentano l’80% degli iscritti.

Non dimentichiamoci, infatti, che la gara più corsa in Italia è quella organizzata da Radio Dj (37.000 persone), che propone un evento libero, non legato alle federazioni. Stessa situazione alla maratona di Bucarest, in Romania, dove si corre solo per il piacere di correre”.

La nascita di Sport Promotion.

Paolo dà vita alla sua Sport Promotion nel 2007 e l’8 marzo 2008 parte la prima edizione della Mezza Maratona del Lago Maggiore a cui si aggiunge la Sportway Lago Maggiore Marathon nel 2011, il trail MEHT (Montarosa est Himalayan Trail) nel 2019 e, a partire da questo 2021, l’Ultra Trail del Lago Maggiore (18 settembre 2021).

Tutti eventi vincenti da un punto di vista sportivo e di ricaduta positiva sul territorio.

“La ricaduta di un evento sportivo – ci racconta ancora Paolo – non si ha solo nel weekend dell’evento stesso ma anche nel corso dei mesi e anni successivi. Se una persona è rimasta soddisfatta, ne parlerà bene a parenti ed amici, convincendoli a venire alla scoperta delle nostre zone, con relativa ricaduta economica. E allo stesso modo, chi corre un trail viene spesso prima della gara una o più volte a provare il percorso. Per non dimenticare poi la comunicazione: quando si pubblicizza un evento sportivo, con esso si promuove anche il territorio e si promuove il brand Lago Maggiore.

Devo, infine, ammettere che abbiamo avuto molta partecipazione e collaborazione da parte di alcuni enti locali, come ad es. i Comuni di Verbania e Stresa, mentre c’è ancora molta strada da fare da parte di altre realtà, quali la Regione Piemonte, purtroppo priva di progetti a lungo termine per quanto riguarda l’attività sportiva ed il turismo ad esso correlato”