ALTRA SCARPE TRAIL: DALL’ISPIRAZIONE ALL’INNOVAZIONE

Il marchio di scarpe da trail ALTRA nasce nel 2013 nello Utah, esprimendo pienamente il classico “sogno americano”.

Due ragazzi, amici sin dall’infanzia, uniti dalla passione per lo sci di fondo e lo sport in genere, decidono di realizzare una scarpa super leggera, che riducesse gli infortuni durante la corsa.

Per far questo provano a ridurre in maniera del tutto empirica il drop ( l’intersuola tra la zona del tallone e quella dell’avampiede) andando a scaldare alcune scarpe da running con il fornetto di casa, fino a rimuovere completamente la suola del tallone.

Il risultato e la risposta dei runners che provano questa calzatura è subito positiva, tanto che il brand viene acquisito dopo poco dal gruppo VF (The North Face, Vans, Timberland, Napapijri).

Negli ultimi anni ALTRA  sbarca anche in Europa con un posizionamento al 70% nel mondo del trail e al 30% nel mondo del road.

FOOTSHAPE: COS’E’?

La caratteristica principale che differenzia ALTRA dagli altri marchi è il Footshape (letteralmente “a forma di piede”), ovvero la tecnologia che permette che le dita dei piedi si distendano dentro alla scarpa nella loro posizione naturale, aumentando in tal modo la loro forza e stabilità, ritornando in un certo senso alle origini, quando l’uomo correva completamente scalzo.

Il marchio ALTRA propone 3 tipologie di calzata:

  • Original: caratterizzato da un footshape più largo nella parte dell’avampiede, per dare possibilità al piede di lavorare in autonomia con un appoggio più naturale, offrendo più stabilità ed un minor rischio di storte.
  • Standard: offre una calzata più standard e più contenitiva, andando a fasciare maggiormente il piede, adatta soprattutto a chi ha un piede affilato
  • Slim: per una calzata più fit

Balanced Cushioning

Un’ulteriore caratteristica delle scarpe ALTRA è la piattaforma Balanced Cushion, che consente di adagiare tallone ed avampiede allo stesso livello da terra, favorendo un maggior allineamento, una postura più corretta ed un appoggio a basso impatto.

La Balanced Cushion permette una svolta della corsa su strada, dando la sensazione di un appoggio naturale e permettendo un lavoro più completo a muscoli e tendini del polpaccio, grazie al drop zero della scarpa.

Il cushion si differenzia in base al modello di calzatura, passando dall’ammortizzazione bassa (h. stack 27 mm.) come nella scarpa Outdoor, alla media (h. stack 29 mm.) della Timp e a quella massima (h. stack 33 mm.) della Olympus.

ALTRA OLYMPUS: la migliore per il Trail

Scarpa pensata per le lunghe distanze, con 33 mm. di stack (altezza del piede da terra quando è nella scarpa), Olympus di ALTRA è una scarpa molto leggera (345 gr. nella misura 10.5) con Vibram mega grip posizionato solo nei punti più necessari, ovvero avampiede e fondo della suola.

Nella parte centrale della suola resta, invece, la consueta schiuma, per un appoggio più confortevole ed ammortizzante.

Super traspirante (si asciuga subito se bagnata) e con una conchiglia ben strutturata sul retro, Olympus di ALTRA è adatta a chi corre a lungo perchè offre lo spazio necessario al piede che si gonfia durante la corsa.

Dotata di Gaitertrap: la linguetta per attaccare le ghette.

ALTRA TIMP: pensata per i Cammini

Con una calzata footshape standard e più fit rispetto alla Olympus, la scarpa Timp di ALTRA è consigliata per i cammini (es. Santiago di Compostela), ovvero percorsi non molto tecnici ma dove si necessita di una scarpa comoda e molto ammortizzata (29 mm. di stack).

Oltra alla suola antiscivolo e ad una tomaia super resistente, la Timp propone un sistema di drenaggio interno, per evitare che si depositino sabbia o piccoli sassi.

Timp di ALTRA è una scarpa interessante anche per gli allenamenti o gare con percorsi misti, in cui si passa dal sentiero all’asfalto.

Dotata di Gaitertrap: la linguetta per attaccare le ghette.

ALTRA Outroad: per il mondo Gravel

Con la sua calzata più fit, ovvero maggiormente avvolgente, e i suoi 27 mm. di stack, la scarpa Outdoor di ALTRA è stata studiata per un percorso gravel (ciottolato lungo fiume, bosco, etc.).

E’ adatta anche come scarpa da strada, ma si presenta con un ottimo grip (mescola max track).

ALTRA Montblanc: la ultra leggera

La Montblanc di ALTRA è una scarpa ultra leggera (280 gr.) con 30 mm. di stack ed una buona ammortizzazione.

Scarpoa traspirante e con la tomaia destrutturata, adatta soprattutto a fisici leggeri, il modello Montblanc viene proposto anche con l’allacciatura con doppio boa.

Marcello Ugazio sfida il record skybike Genova – Monte Bianco

Fasten Know Time. E’ questo il significato dell’acronimo FKT Genova – Monte Bianco, la sfida ideata nel 1997 da Marino Giacometti (attuale presidente dell’International Skyrunning Federation), che consiste nel percorrere, nel minor tempo possibile, la distanza più breve in linea d’aria tra il mar Ligure e il punto più alto dell’Europa occidentale, il Monte Bianco (4810 mt.)

E’ con grande orgoglio ed ammirazione che quest’anno Sportway sosterrà il nuovo tentativo di sfida da parte dell’atleta novarese Marcello Ugazio che, nel mese di luglio, proverà ad abbassare i record precedenti.

La Storia dell’impresa

Nel ’97 Marino Giacometti diede il via al record, coprendo l’itinerario (circa 320 Km. e un dislivello di 5500 mt.) in 23 ore esatte. I tentativi successivi furono di:

  • Andrea Daprai, che nel 2008 abbassò di poco più di tre ore il primato, portandolo a 18 ore e 58 minuti
  • Nico Valsesia, che nel 2013 lo abbassò ulteriormente a 16 ore 35 minuti e 52 sec.

Adesso la palla passa a Marcello Ugazio che la prossima estate proverà ad abbassare ulteriormente il tempo.

Il percorso

La partenza in bicicletta è fissata per le ore 18 in punto del giorno prescelto (si parla di sabato 1 luglio) dalla spiaggia di Genova Voltri e l’arrivo al lago Combal in Val Veny dovrebbe avvenire alle ore 3 della domenica.

Il tratto bike di 300 km. sarà seguito dalle ammiraglie della Hunday che scorteranno il ventisettenne Ugazio e gli forniranno il supporto tecnico. 

Al lago Combal sarà allestito il campo base dove Marcello passerà dalla modalità bike a quella sky, per affrontare la salita verso il Monte Bianco.

Nella prima parte della salita sarà accompagnato da 2 atleti (Fabio Montanari e Maurizio Zaniroli), mentre in quella alpinistica – dall’attraversamento del ghiacciaio in avanti – sarà seguito da una guida alpina.

Partner del Progetto

Domobianca 365 (Main Sponsor)

Sportway Megastore (abbigliamento Team)

Papa Nicolini (logistica)

Eliossola (logistica e riprese video)

Padel: il problema di shock e vibrazioni.

Il Padel e la sua crescita.
Milioni di giocatori, migliaia di tornei, eventi, intrattenimento e informazioni circolanti. A Padel giocano quasi tutti e tutti lo hanno almeno provato una volta. E’ uno sport divertente, coinvolgente e di inclusione dove tutti possono trovare spazio e grandi soddisfazioni. La crescita continua da anni, ne è la prova tangibile.

Sul Padel si scrive e si legge tantissimo e il numero di “esperti” è sempre maggiore. Le aziende di prodotti e servizi fino a qualche anno fa esterne al mondo padel, sono quasi obbligate a sviluppare e progettare soluzioni per soddisfare la richiesta dei praticanti sempre più esigenti.

Al netto della tecnica, delle “pale” e degli accessori più comuni e coerenti, la gamma dell’offerta parte anche da più lontano: preparazione atletica, alimentazione e integrazione, recupero funzionale, terapie. Tutto specifico, studiato e sviluppato per il giocatore di padel.


Il giocatore di Padel
Nonostante il grande sforzo e la massima attenzione, come in tutti gli sport, il contesto in cui il giocatore si muove e pratica è l’elemento dominante e più importante da considerare.
Il giocatore di Padel fa parte di un vasto gruppo di atleti e non, molto eterogeno. Il suo “background” e la sua competenza motoria non è quasi mai radicata in uno sport con caratteristiche simili o paragonabili. Le superfici di gioco, la tecnica, l’intensità e la densità della seduta di allenamento, sono, per la stragrande maggioranza dei giocatori, nuovi input che necessiterebbero tempi molto lunghi, affinché il corpo possa essere in grado di “gestire” in sicurezza e fare propri.


E’ noto che il giocatore amatore tipico di Padel proviene dal termine della pratica di altri sport (calcio, volley, running ecc.) o si avvicina dopo un periodo di inattività. Gestire la trascinante foga dell’intensa ora di gioco e l’involontaria richiesta di performance, che è dettata dalla pallina in uno spazio e tempo ridotto, è per il corpo umano, la sfida più complessa da gestire.

L’ambiente di gioco.
Se affaticamento, epicondilite, fascite plantare, stiramenti e strappi muscolari sono, spesso, il campanello di allarme tardivo di un esasperato carico a cui sottoponiamo il nostro corpo, le ragioni aggravanti dell’insorgenza potrebbero dipendere anche dall’ambiente di gioco, dagli strumenti utilizzati e dalla mancanza di adattamento che avrebbe bisogno il corpo per poter gestire gli intensi stimoli che riceve.

I terreni di gioco sono piatti e rigidi per permettere un efficace rimbalzo della pallina e progettati per durare nel tempo grazie alla loro caratteristica resistenza all’abrasione.
Le calzature, derivate dal tennis, devono sopportare violenti e continui cambi di direzione. Con i loro stack da terra molto bassi e intersuole poco ammortizzanti, sono un eccellente strumento per mantenere la stabilità e l’aderenza. La loro rigidità e struttura richiede attitudine e competenza per la gestione dei numerosi salti e corse antero/posteriori che il giocatore amatore è costretto a compiere in tempi brevissimi e velocità elevate, che generano shock e vibrazioni ripetuti nel tempo.

Le racchette, più comunemente chiamate “pale”, sono progettate per garantire e gestire colpi ripetuti, precisi e talvolta violenti. La loro struttura, nonostante la ricerca di materiali elastici, è prevalentemente rigida e la leva (distanza tra l’impugnatura e il punto di contatto della pallina) è biomeccanicamente molto corta.

La risultante è un impatto che non si disperde completamente e che converge nel manico della racchetta, per trasferire istantaneamente shock e vibrazioni, con frequenze molto alte, alla mano, al polso, al gomito, alla spalla e, nei casi di ridotta mobilità articolare o rigidità del gesto tecnico, fino alla zona cervicale.

I materiali e le loro caratteristiche.
La perfomance si sposa quasi sempre con rigidità e resistenza meccanica dei materiali. La sua inesorabile bilancia, allontana il giocatore esigente e ambizioso dalla zona di comfort e dall’effetto “wow” tipico dei materiali soffici e accoglienti. Tra le infinte proposte del mercato, sia per il mondo racchetta che per il mondo scarpa, troviamo prodotti che sono progettati e sviluppati per un target preciso, ma le terminologie, gli slogan e le informazioni, possono essere facilmente confusi.

Molto spesso la caratteristica dei materiali di assorbire gli shock da impatto, viene erroneamente abbinato alla capacità e concetto di ammortizzazione o cushioning.
Non è così semplice distinguere i comportamenti dei materiali. Per semplificare potremmo descrivere un materiale che ammortizza come elemento sufficientemente morbido ed elastico, in grado di accogliere le forme tridimensionali durante la sua compressione e che, nella fase di ritorno, supporta e facilita e accompagna la dinamica.
Ci si riferisce alle estremità distali degli arti interessati, la mano e il piede, per quanto riguarda il rapporto uomo/articolo sportivo (scarpe e grip), ma vale lo stesso ragionamento in termini meccanici per il corpo centrale della racchetta e l’impatto con la pallina.

Come tutti i materiali morbidi però, sia quando subiscono la massima compressione prima del ritorno alla loro forma originale, sia per deterioramento e uso, tendono a comportarsi nel tempo come materiali rigidi, con conseguente e progressivo aumento di vibrazione negativa da impatto.
Rispetto agli innumerevoli movimenti e differenti “stimoli” che ricevono dai singoli giocatori (peso, altezza, baricentro, postura, stile, tecnica ecc…), è impossibile definire con precisione il loro ciclo di vita e continua efficacia di ammortizzazione o protezione.
Per questa ragione, aumentare gli spessori e nutrire la sensazione di contatto con materiali morbidi, è un’ottima strategia solo se si tengono in considerazione due importanti fattori:
1) in un tempo non definito (e improvviso) possono perdere la loro efficacia,
2) per vincere la deformazione del materiale che accoglie e si modifica in funzione delle forme e del carico, può verificarsi la perdita di una parte di forza impressa e una parte di controllo dell’attrezzo.

Un materiale che assorbe e disperde shock e vibrazioni, seppur elastico, non subisce nessuna variazione rispetto all’impatto che riceve. Il suo spessore, generalmente molto inferiore ai materiali che ammortizzano, non accoglie le forme, ma “trattiene” e disperde verso i suoi estremi le onde che si generano dallo shock, agendo come un filtro tra l’attrezzo e la parte del corpo che è a contatto con esso.
E’ definito “componente” proprio perché migliora le performance del materiale alla quale viene abbinato senza modificare le sue caratteristiche originali, ma intervenendo puntualmente nella fase di massima compressione o migliorando la protezione, durante il ciclo vita del prodotto.

Le conseguenze di shock e vibrazioni.
Tempo di esposizione, ampiezza, frequenza, velocità e accelerazione sono tutti fattori che possono essere considerati sia allenanti che dannosi, in funzione del livello di tolleranza del corpo e del segmento chiamato in causa.
Il corpo è in grado di assorbire le onde di energia solo entro i limiti della sua frequenza naturale, che è diversa per ogni singola parte del corpo. Essa può, infatti, variare: in funzione della posizione del corpo nello spazio, della capacità motoria acquisita, della tecnica appresa, della fluidità del gesto, del numero di infortuni pregressi, dello stato di forma.
La conseguenza dell’esposizione a shock e vibrazioni può portare ad un processo degenerativo più o meno rapido nella zona del corpo considerata più debole, sia a livello del sistema scheletrico (ossa e articolazioni) sia muscolo-tendineo.


L’ANTI SHOCK GRIP PADEL
protegge mani e spalle da shock e vibrazioni causate dall’impatto della pallina con la racchetta grazie al materiale NOENE di cui è composto. Grazie ai 1,6 mm di spessore e al rivestimento in PU TACKY, non modifica la sensazione dell’impugnatura della racchetta e garantisce precisione, elevata aderenza ed una presa ottimale.

Conclusioni
Per concludere, non esiste un materiale, oppure una somma di materiali che compongono un prodotto, che possa essere definito corretto in assoluto. Non esiste un prodotto assoluto che può garantire le stesse performance a qualsiasi giocatore.
Il punto vendita e l’esperienza di chi tutti i giorni si confronta con centinaia di casi differenti tra loro e ascolta i racconti e feedback positivi e negativi del cliente attivo e praticante, è certamente il luogo più affidabile dove è possibile ricevere consigli per la scelta del miglior prodotto in funzione dell’esigenza personale del momento.

Ogni prodotto e articolo in commercio fa parte di un insieme di tasselli complessi, che devono incastrarsi perfettamente tra loro e che costituisce singolarmente solo una parte della soluzione necessaria e ricercata.
Benessere e prestazione si raggiunge solo attraverso l’attenta somma di tutte le scelte corrette e coerenti con lo stato reale e condizione del giocatore: prodotti, stile di vita, alimentazione, atteggiamento, programmazione, recupero ecc…

Sportway Winter Show 2022

Finalmente, dopo due anni di interruzione, ritorna il tanto atteso Sportway Winter Show, la grande festa dedicata al mondo della montagna e della neve.

Domenica 20 novembre presso il punto vendita Sportway di Gravellona Toce, dalle 10.00 alle 19.30, oltre 50 aziende ti aspettano per presentarti tutte le novità della stagione 2022/2023 del mondo sci, snowboard, sci alpinismo, abbigliamento ed attrezzatura montagna.

E solo per domenica 20 novembre tutti i prodotti dei reparti montagna, sci e snowboard saranno scontati del 20%*

Non ti basta? allora clicca qui per ricevere uno speciale extra sconto del 5% !!

Ma non è tutto! Sportway Winter Show è anche una grande festa con i campioni dello sport Giorgio Rocca e Matteo della Bordella e, dalle 17 alle 19, DJ set e Apres Ski by EA7.

Scopri il programma della giornata dello Sportway Winter Show e vieni a trovarci.

*(sono esclusi gli articoli già scontati o a prezzo netto)

Sportway Serie Running – Ep. 2

Qual è l’attrezzatura più adatta per affrontare allenamenti e gare di trailrunning?

Ce ne parla il coach Davide Barone (preparatore atletico) e Luca Ronchi, trailrunner ed esperto calzature presso il punto vendita Sportway di Gravellona Toce.

Sportway Series Running – Ep. 1

Cos’è il Trailrunning e perchè sta conquistando sempre più persone? Correre un trail significa per forza correre in montagna?

Davide Barone (preparatore atletico) e Luca Ronchi (trailrunner ed esperto calzature in Sportway) ci raccontano come avvicinarsi senza timori alla corsa su sterrato.

Sportway Series Running – Ep. 0

Prende il via, con questo numero 0, Sportway Series, la serie di video by Sportway dedicata al running e alla corsa in tutte le sue sfaccettature.

Davide Barone, coach e preparatore atletico e Luca Ronchi, atleta professionista ed esperto calzature nel punto vendita Sportway di Gravellona Toce, ci parleranno di corsa su strada e corsa in montagna, allenamento, attrezzatura ed alimentazione.